The restoration of pipe organs: some reflections on theory and approach
Il restauro degli organi a canne: alcune riflessioni in merito alla teoria e all'approccio
da Recercare IX 1997
Sommario italiano
Il codice deontologico dell'Associazione Italiana Organari e le "Indicazione normative per una corretta metodologio di restauro degli organi antichi" proposte dalla "Commissione nazionale per lo studio e l'esame dei problemi connessi al restauro degli organi antichi" si fondano su concetti comuni della teoria del restauro. Nessuno di questi documenti, tuttavia, affronta adeguatamente il fenomeno delle stratificazioni storiche o il ruolo giocato dalle problematiche dell'integrità stilistica e storica nella determinazione dell'approccio al progetto di restauro.
Quasi sempre gli organi sono sottoposti al restauro con il fine di restituirli all'uso, il che di necessità comporta interventi che in qualche misura modificano lo strumento. L'impegno a produrre un'esauriente documentazione di restauro potrebbe in tal caso costituire l'unico modo per attenuare la tensione che viene a stabilirsi fra le esigenze della pura conservazione e quelle del restauro funzionale. La documentazione rappresenta inoltre un elemento essenziale di qualsiasi strategia che promuova il principio della reversibilità, per quanto esso non sia sempre compiutamente attuabile.
Il ricorso ai metodi di restauro cosidetti filologici si scontra spesso con il precetto della reversibilità. Il restauratore dovrebbe comunque tentare di mantenere quanto piú inalterato possibile il carattere dello strumento, evitando che i pregiudizi sulla prassi dell ésecuzione orientino il processo di restauro. In letteratura, per contro, è manifesta la tendenza a confondere l'organo in quanto oggetto in sé e il concetto di organo quale 'mezzo' destinato all'esecuzione musicale.
È invece consigliabile l'adozione di diversi concetti del restauro critico, che basa sull'indagine dettagliata di ogni strumento e sulla valutazione della coerenza stilistica e storica la determinazione della natura dell'intervento di restauro piú adeguato.
È inoltre auspicabile che vengano definite normative che regolino piú esattamente l'obbligo di documentare gli interventi di restauro, poiché nella maggior parte dei casi i dati prodotti sono manifestamente insufficienti. sarebbe inoltre assai utile poter disporre di una documentazione dettagliata estesa a tutti gli organi presenti sul territorio nazionale: oltre a sodisfare le necessità della catalogazione, essa favoriregge l'ottimizzazione della gestione del patrimonio organario e consentirebbe di formulare i progetti di restauro sulla base di informazioni e conoscenza piú ampie. È d'altra parte necessario ricordare che la storia dell'organo italiano è in attesa di una migliore definizione.
L'interpretazione dei documenti storici (archivistici o individuati nella trattistica) e l'uso di informazioni derivate da questi per costruire modelli teorici generalizzati sull'intonazione dell'organo e sul suono 'storico'coinvolgono processi assai complessi che devono fare i conti don diverse problematiche di natura psicologica e linguistica. L'adozione di questo solo angolo visuale per l'esegesi dell'insieme degli organi antichi non si rivela dunque efficace. Il linguaggio dispiegato dai documetni d'epoca, per esempio, denota un alto grado di ripetitività di forumle verbali dietro le quali si nasconde però una realtà in costante evoluzione.
L'adozione di tecniche derivate da altri rami della discipllina del restauro deve essere valutata sulla base delle necessità funzionali dello strumento. Per esempio, le procedure di pulizia delle canne attualmente poste in atto necessitamente un riesame critico, perché il lavaggio per mezzo di ultrasuoni e la lubrificazione con soluzioni saponose, resa necessaria dall'impiego di attrezzi metallici per stirare le defomazioni delle canne - che comportano di sollevare i labbri e l'apertura dei piedi - sono ugualmente dannosi e distruggono molte testimonianze dello stato originario.
La documentazione, infine, dever essere riconosciuta non solo quale mezzo per conservare le informazioni riguardanti lo strumento, ma anche come mezzo per valutare l'intervento di restauro. Le alterazioni delle canne - quali la modifica del foro al piede, i cambiamenti alla posizione della anime e l'allineamento dei labbri - dovrebbero essere registrate e giustificate.