CARTA DEL RISCHIO DEL PATRIMONIO CULTURALE
CONTENUTI
La "Carta del Rischio" del patrimonio culturale e' un
progetto dell'Istituto Centrale del Restauro in continuita' con una linea di ricerca che nasce dall'idea di
restauro preventivo di Cesare Brandi
e si sviluppa attraverso le elaborazioni di Giovanni Urbani
sulla manutenzione programmata. L'idea forza che sta alla base
della "Carta del Rischio" e' quella di individuare sistemi
e procedimenti che consentano di programmare gli interventi di
manutenzione e restauro sui beni culturali architettonici, archelogici
e storico-artistici in funzione del loro stato di conservazione
e dell'aggressivita' dell'ambiente in cui sorgono. Il termine
programmare inteso nel concreto significato di ottenere informazioni
utili per prevedere, e quindi decidere in anticipo, quali interventi
debbano essere effettuati con maggiore urgenza, sia in termini
di tempo entro cui intervenire, sia in termini di costi che si
dovranno sostenere, con l'obbiettivo di evitare il rischio di
perdite o danneggiamenti. Tale esigenza diventa una necessita'
se si pensa alla grande rilevanza del patrimonio culturale italiano,
alla scarsezza dei mezzi finanziari disponibili per la sua conservazione,
al conseguente obbligo di sfruttare nel modo migliore tutte le
risorse e di superare la continua rincorsa alle emergenze. Al
termine della realizzazione di questo progetto saranno disponibili,
per il Ministero e per le Soprintendenze, nuovi strumenti di conoscenza
e nuove procedure di analisi per facilitare la sorveglianza e
il monitoraggio dello stato di conservazione del patrimonio culturale
con l'obbiettivo di indirizzare e ottimizzare gli interventi di
conservazione.
Pio Baldi
ICR, Direttore del progetto
Fase 1:
Raccolta ed analisi di tutte le informazioni relative all'aggressivita'
dell'ambiente nei confronti del patrimonio culturale, per redigere
carte tematiche sulla pericolosita' del territorio italiano da
mettere in relazione con la distribuzione dei beni culturali.
E' in uno stadio avanzato l'elaborazione (da banche dati implementate
a questo scopo) delle informazioni relative ai fattori di pericolosita'
ambientale potenzialmente dannosi per i beni culturali. Tali informazioni
saranno riversate su un supporto cartografico informatizzato:
"Geographical Information System" (GIS) e verranno redatte
tre carte tematiche relative ai fattori di pericolosita' e alla
loro distribuzione sul territorio italiano: Pericolosita' antropica
: furti, vandalismi, pressione turistica, ecc. Pericolosita' statico-strutturale
: terremoti, dissesti idrogeologici, fenomeni vulcanici, ecc.
Pericolosita' ambiente-aria : inquinamento atmosferico, clima,aerosol
marino, ecc.
Le Carte Tematiche sul Patrimonio Culturale
E' inoltre in via di realizzazione una banca dati, contenente
numerose informazioni, estratte da fonte bibliografica, sulla
distribuzione e consistenza del patrimonio culturale a livello
comunale. Le carte della pericolosita' ambientale saranno correlate
a tale banca dati (carta provvisoria del valore del patrimonio)
per ottenere indicazioni sulle aree con maggiore esposizione potenziale
al rischio.
Fase 2:
Rilevamento dello stato di conservazione e della vulnerabilita'
dei beni culturali, con due livelli di studio: per il primo saranno
adottati quasi esclusivamente strumenti schedografici, mentre per il
secondo livello verranno utilizzate apparecchiature per il monitoraggio strumentale
sul campo.
Schedatura di I Livello
Attraverso campagne di rilevamento sul territorio, l'ICR ha messo
a punto una serie di schede per la misura dello stato di conservazione
dei diversi beni culturali. Tali schede si basano sugli standards
dell'Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione, costituendone
una sorta di approfondimento per cio' che riguarda i problemi
conservativi. La schedatura e' in corso di effettuazione in quattro
zone campione e viene svolta in stretto contatto con le Soprintendenze
competenti. L'obbiettivo e' quello di estendere tale tipo di ricognizione
a tutto il territorio nazionale. I dati rilevati in diversi formati
(alfanumerici, grafici e immagini) vengono archiviati su supporti
informatici; ad ogni manufatto esaminato, viene associato un indice
di vulnerabilita', il cui valore numerico indica lo stato reale
di conservazione del bene.
Al posto delle normali fotografie, nelle operazioni di schedatura
viene impiegato un nuovo sistema di ripresa e di archiviazione
di immagini, denominato "modello iconometrico". Mediante
il modello iconometrico, le immagini dei monumenti fotografati
vengono automaticamente portate nella scala desiderata e "raddrizzate",
correggendo cosi' le inevitabili distorsioni prospettiche. Sulle
immagini cosi' ottenute e' possibile tracciare indicazioni, annotazioni
e tematismi, e da esse si possono ricavare direttamente misure
di distanze, di aree ed altre informazioni sullo stato di conservazione.
L'impiego di data base relazionali con la lettura grafica del
degrado, puo' dare notevole valore aggiunto alle interpretazioni
dell'analista del degrado, rendendo le immagini non solo valide
ai fini metrici, ma anche come modello iconografico ipertestuale,
dove in maniera univoca e puntuale, all'atto dell'interpretazione
del degrado, e' possibile codificare la totalita' delle informazioni,
agendo con strumenti di tipo grafico e di tipo alfanumerico.
Schedatura e Monitoragio di II Livello
Su alcuni siti, opportunamente scelti in funzione delle loro caratteristiche
ambientali, sono in corso analisi piu' approfondite, basate su
tre tipologie di rilevamento:
- Studio dei materiali lapidei : Esposizione
all'aria di campioni di materiale lapideo e successiva analisi
dei medesimi (deposito di polveri, analisi chimiche, studio petrografico,
ecc.).
- Controllo dell'inquinamento ambientale :
Mediante una stazione mobile di rilevamento sono rilevati dati
relativi al particellato sospeso (fumo nero, biossido di zolfo,
ossidi di azoto, ecc.). Tali dati concorrono a determinare la
pericolosita' dell'ambiente atmosferico.
- Controllo del clima : acquisizione e
trattamento di dati climatici al fine di detrminare l'incidenza
del clima sulla pericolosita' ambientale globale.
Queste operazioni di schedatura e monitoraggio hanno lo scopo di verificare
l'effettivo svolgersi dei processi di degrado dei materiali nell'ambiente dove sono
dislocati; i dati ricavati verranno impiegati per una verifica operativa delle
acquisizioni teoriche ottenute attraverso le carte tematiche della pericolosita'.
Fase 3:
- La sintesi, su di un unico supporto informatico, dei dati
quantitativi sulla distribuzione dei monumenti, sulla loro vulnerabilita'
e sulla presenza dei fattori di pericolosita', costituisce l'elaborato
finale della "Carta del Rischio".
La Sintesi
- Le carte tematiche della pericolosita', insieme con le operazioni
derivate dalla schedatura di campo e con i relativi indici di
vulnerabilita', vengono riversate sul G.I.S. Questo strumento
costituisce il supporto su cui e' possibile aggregare ed elaborare
i diversi dati fino ad ottenere una sintesi finale che esprima
le condizioni di rischio a cui e' sottoposto ciascun monumento
in funzione della propria vulnerabilita' e della aggressivita'
dell'ambiente in cui sorge.
- L'architettura hardware/software e' costituita da un polo
centrale e quattro poli periferici. Ogni polo periferico, composto
da stazioni in rete locale, che comunicano con il polo centrale,
per mezzo della rete geografica gestita dalla amministrazione
centrale del M.B.C.A. Ogni polo periferico raccoglie, elabora
e gestisce i dati catalografici che esprimono lo stato di conservazione
dei beni culturali, in modo da determinare la priorita' d'intervento
per i monumenti che sorgono sul proprio territorio.
Le informazioni sullo stato di conservazione dei monumenti, acquisite
nei poli periferici, dopo il controllo, vengono trasmesse al polo
centrale, dove gli specialisti possono effettuare diversi tipi
di analisi sui dati globali raccolti e integrarli con dati di
tipo globale, onde proiettare una carta nazionale dei fattori
di rischio.
Le informazioni riguardanti i dati che identificano il bene vengono
trasmesse al Sistema Centrale del Ministero per i beni Culturali
e Ambientali, e confluiscono nella banca dati, di natura contabile
ed amministrativa, per essere conservate in un apposito fascicolo
(fascicolo elettronico, bilancio, anagrafe, ecc.).
Le informazioni sulla pericolosita' ambientale, raccolte presso
il polo centrale, vengono trasferite ai poli periferici, secondo
le competenze territoriali dei medesimi.
Il Polo Centrale e i Poli Periferici
- Il polo centrale, residente presso
il laboratorio di Fisica dell'Istituto Centrale del Restauro,
e' il punto di confluenza di tutte le informazioni. Esso e' composto
da workstations collegate in rete.
Sulla banca dati centralizzata del polo centrale, che riguarda dati alfanumerici
relativi alla schedatura di primo e secondo livello, dati cartografici,
immagini e grafici, si possono effettuare tutte le funzioni di
ricerca e analisi.
I quattro poli periferici,
residenti nelle Soprintendenze di Roma,Napoli,Torino
e Ravenna, rappresentano io quattro punti
di raccolta dei dati che derivano dalla schedatura sul campo.
Ogni Polo e' dotato di un server e di otto personal computers, collegati in rete
locale ethernet. Un server svolge funzioni di collegamento con il polo
centrale, mentre dalle diverse workstations si possono effettuare le
operazioni di data entry controllato (acquisizione ed elaborazione di immagini
, foto e disegni).
Ogni polo periferico raccoglie, elabora e gestisce i dati catalografici che esprimono
lo stato di conservazione dei beni culturali, in modo da determinare la priorit… di
intervento per i monumenti che sorgono sul proprio territorio.
Utilizzazione
- La "Carta del Rischio", come strumento di programmazione,
sara' a disposizione degli organi centrali del Ministero per i
Beni Culturali per indirizzare i flussi finanziari a livello nazionale,
e delle singole Soprintendenze, per tenere sotto osservazione
i monumenti di competenza e di ausilio a tutte le Amministrazioni
territoriali (Regioni,Province e Comuni). Il rilevamento, previsto
su quattro poli (Roma, Torino, Ravenna, Napoli), deve essere considerato
un primo campione significativo da estendere con moduli successivi
attraverso la rete delle Soprintendenze.
La Struttura Operativa
- Il progetto viene realizzato da quattro consorzi di imprese.
Il coordinamento e la direzione delle attivita' sono assicurati
dall'Istituto Centrale per il Restauro, tramite la Direzione tecnico-scientifica
composta da venticinque specialisti di varia competenza professionale.
- Istituto Centrale per il Restauro (ICR): e' l'organismo
tecnico-scientifico del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
che opera, anche a livello internazionale, nel campo della conservazione
di opere d'arte attraverso attivita' di ricerca, di consulenza
e di formazione.
- Consorzi :
- ABECA : formato da Gepin, IBM, Intersiel
ed Italsiel, fornisce, principalmente, le apparecchiature ed il
software applicativo.
- ARCAD : formato da Italcad, Leica, PAT e
TEC/A, e' specializzato nelle tecnologie avanzate di gestione
del territorio, della documentazione e delle tecniche di restauro.
- ATI-MARIS : formato da Consorzio BENITALIA,
DAM e Italeco, e' specializzato nella realizzazione di sistemi
informativi cartografici e nelle tecniche di monitoraggio dell'ambiente.
- METIS : formato da Banco di San Paolo, CLES
e TARA, e' specializzato nelle attivita' di schedatura dei Beni.
Direzione Tecnico Scientifica:
- Pio Baldi, Direttore di Progetto
Giorgio Accardo, Fisico
Giuseppe Basile, Storico dell'Arte
Andrea Bennici, Informatico
Alessandro Bianchi, Storico dell'Arte
Carlo Cacace, Informatico
Gisella Capponi, Architetto
Giuseppina Fazio, Restouratrice
Angela Maria Ferroni, Archeologo
Clelia Giacobini, Biologa
Annamaria Giovagnoli, Chimico
Sergio Indrio, Architetto
Clemente Marsicola,Storico dell'Arte
Alessandra Melucco Vaccaro, Archeologo
Costantino Meucci, Chimico
Annamaria Pandolfi, Architetto
Roberto Rinaldi, Fisico
Italo Tiglie', Biologo
Giuseppina Vigliano, Chimico
Direzione Tecnico-Esecutiva:
- Andrea Belluni, Consorzio ATI-MARIS
Renzo Carlucci, Consorzio ARCAD
Giovanni Iorio Giannoli, Consorzio METIS
Danilo Pilo, Consorzio ABECA
Tempi di Realizzazione
- Il progetto e' iniziato nell'estate del 1992 e il completamento
e' previsto per la fine del 1995.
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